Nella
nostra cultura si rileva poco rispetto verso le mirabili funzioni del nostro
corpo: al contrario, esso viene messo a dieta, allenato, maltrattato,
camuffato, punito perché lontano da un ideale irrealistico e irraggiungibile.
Una tale mancanza di fiducia e di rispetto nei confronti del nostro corpo
rischia di privarci della FIDUCIA nel partorire. Per contro vivere il portento
di un corpo capace di dare alla luce può donarci l’eterna consapevolezza del
nostro potere di donne. Il parto è l’inizio della vita, l’inizio della
maternità e della paternità e tutti noi meritiamo un buon inizio!
Partorire
è un gesto innato e istintivo, connaturato nel nostro cervello e nel nostro
corpo attraverso milioni di anni in quanto mammiferi e progettato per garantire
il miglior risultato possibile per la madre e per il bambino.
L’istintualità
della nascita resta facilmente nascosta, specie quando si è condizionati a
prediligere le informazioni esterne rispetto alla consapevolezza interiore. Una
maggior capacità di risposta agli stimoli corporei ci giunge anche dal pieno
possesso del nostro corpo. Ardua impresa in una società altamente
intellettualizzata come la nostra. La consapevolezza di possedere certe capacità
intuitive, però, può risvegliare il nostro intuito e il nostro istinto.
Scienza
e tecnologia sono aiuti fondamentali se utilizzati come strumenti e non come
padroni. Pare, invece, che si sia instaurato un dualismo fra antiche competenze
e moderne conoscenze. Tuttavia, una congiunzione fra questi due saperi è
possibile, superando l’apparente dicotomia fra natura e progresso. Riascoltare
la voce della natura, ridare il senso originario e autentico alla maternità non
esclude la letteratura scientifica, la tecnologia e la farmacologia più
recenti, purché la lettura della prima sia critica e l’utilizzo delle seconde
sia appropriato.
Si
parla di “danza della nascita” proprio perché essa è un gesto istintivo anche
per i cuccioli di mammifero: in altre parole, i nostri figli sanno come venire
al mondo. La “danza della nascita” ci rammenta come siano DUE i soggetti,
entrambi istintivamente pronti al parto, a muoversi all’unisono nella più
sublime delle danze.
Ma
nascere è “pericoloso”! È “rischioso” per la madre e per il bambino! Sì, certo,
ma preferisco ricordare queste parole: “La nascita è sicura tanto quanto la
vita”. Nulla, né il puro istinto né l’affidamento totale alla tecnologia, è in
grado di garantire a tutte le madri e a tutti i bambini un esito perfetto.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
Sarah
J. Buckley, Partorire e accudire con
dolcezza, Il Leone Verde, 2012
Dott.ssa Arianna Cosmelli
Psicologa Clinica e Perinatale
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